È la fine degli anni Sessanta e Vittoriana Salvatori abbandona la carriera di cantante per una nuova avventura nel campo della moda: Vittoriana Couture.
La scintilla della creatività si accende con la produzione di orecchini di alta bigiotteria che rappresentano la sua giocosa freschezza. Poi verranno le cinture in metallo e pelle scelte da Valentino per completare i propri outfit.
Ma la consacrazione avviene nel 1970, quando realizza il sandalo alla schiava indossato da Consuelo Crespi e Sophia Loren, icone dello stile che lo rendono uno dei suoi capi di maggior successo.
Seguendo il proprio desiderio di sperimentare e divertirsi, Vittoriana decide di dedicarsi anche alla couture. Negli anni Ottanta e Novanta i suoi capi rispondono ai temi più caratteristici della Società che cambia, rimanendo comunque sempre all’avanguardia; produce il cappotto “Pelicia”, realizzato in lana e organza ispirato alle polemiche animaliste sull’uso della pelliccia, mentre i primi cellulari suggeriscono abiti con tasche dedicate al nuovo oggetto che entra così prepotentemente nella vita quotidiana.
La borsa “Otre”, uno zaino monospalla di misura media realizzato in tessuto o pelle che richiama nella forma i contenitori classici per il vino, rappresenta ancora oggi un altro oggetto iconico che Vittoriana Couture propone alle sue clienti con una totale personalizzazione nei materiali.
Vittoriana infatti propone solo abiti su misura, realizzati dalla sua sartoria in ogni componente, secondo i gusti e le esigenze dei suoi clienti, che possono contare su una professionalità decennale e un gusto sempre deciso e innovativo.